Appena finito di leggere queste righe ho pensato che non potevo non trascriverle qui e condividerle con voi.. sperando sia un pensiero gradito.
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In Giappone esiste una bellissima tradizione. Gli artigiani che dipingono le tazze di porcellana conservano quelle dove è stato commesso un errore e le donano all'Imperatore. Perché solo quelle sono veramente uniche e diverse. La perfezione non mi interessa, l'imperfezione mi affascina molto di più.
Una cucitura realizzata a mano è sempre imperfetta, almeno secondo i canoni comuni, perché ogni punto è diverso dall'altro. Nelle mie collezioni sono da sempre presenti capi indicati con l'etichetta "Laboratorio", che prevedono interventi manuali come cuciture e ricami o che nascono da pezzi vintage decostruiti e riassemblati. Imperfezione sta per una mancanza e la mancanza suggerisce un'attesa. L'imperfezione non si lascia dimenticare.
È uno schiaffo alla nostra mentalità, provoca dissonanza cognitiva e per questo un umore turbato. Se tutto si svolgesse sempre secondo la prevedibilità delle regole allora non ci sarebbe alcun motivo per continuare a pensare. Noi tendiamo a non tollerare l'imperfezione e proprio questa è la sua forza: nel tentativo di giustificarla, di riportarla nell'orbita del ben fatto, siamo costretti a inventarci soluzioni nuove.
Il nuovo non nasce mai dalla perfezione, nasce da una mancanza a cui non cessiamo di pensare.
Antonio Marras